Adele La Rana (Università di Macerata)
Il presente contributo mira a tracciare un ritratto di Fermi che restituisca l’immagine dell’uomo, oltre che dello scienziato. Per ripercorrere il suo sfolgorante percorso scientifico e provare a capirne i processi e le dinamiche, non si può esimersi dal cercare di osservare Fermi nella sua totalità di essere umano. Autodidatta e docente straordinario, fine teorico e spregiudicato sperimentale, persona disinteressata alla politica e allo stesso tempo urgentemente devota verso il paese che l’aveva accolta con la famiglia in fuga dall’Italia fascista; veloce all’amicizia e alla socialità eppure estremamente riservato e dalla vita interiore sfuggente.
Questa figura enigmatica di genio, che ovunque è andato ha saputo far nascere gruppi di ricerca straordinari e sintonici, sembra vivere interamente nelle proprie ricerche, che costituiscono argomento di quasi tutti i suoi scritti. Del suo mondo interiore abbiamo alcune scarne tracce nelle lettere, mentre i suoi appunti personali costituiscono un diario prettamente dedicato ai suoi studi e alle sue indagini scientifiche. Il suo profilo umano emerge prevalentemente dai racconti asincroni di chi l’ha conosciuto e gli è stato accanto, un ritratto corale tracciato da persone che molto lo hanno ammirato e amato e che di lui hanno scritto e testimoniato.
In questo contributo si descriveranno brevemente le principali tappe del pensiero scientifico di Fermi, cercando di seguire al contempo la sua evoluzione di essere umano nella storia e attingendo - ogni volta che è possibile - a documenti e lettere coeve ai fatti narrati.