Giovanni A. Cignoni, Maurizio Gazzarri (Progetto HMR, Pisa)
A metà del secolo scorso diventarono realtà le macchine universali, capaci cioè di eseguire ogni procedimento descrivibile. L’elettronica fu la tecnologia abilitante, ma le macchine, prima di esser note come calcolatori elettronici (electronic computers), furono chiamate calcolatrici elettroniche (electronic calculators) per l’imbarazzo di usare per delle macchine il termine calcolatore (computer) che da secoli indicava una qualifica prettamente umana.
In Italia ci fu subito interesse scientifico e industriale per le nuove macchine realizzate in USA e UK. I protagonisti principali, ma non i soli, furono l’Istituto Nazionale per le Applicazioni del Calcolo del CNR di Roma, l’Olivetti, l’Università di Pisa. Sin dal 1949 ci furono tentativi di progetti, ma passò qualche anno per vedere risultati concreti: 1955 per le macchine acquistate, 1957 per la prima costruita, 1960 per un prodotto di serie.
Enrico Fermi, in questa storia ricca di personaggi, istituzioni e aziende, si incontra due volte, nel 1949 con l’Olivetti e nel 1954 nelle vicende pisane. Fermi era (fra l’altro) un calcolatore, bravo sia nei calcoli veloci e approssimati che in quelli precisi svolti con le “sue” calcolatrici digitali meccaniche che si dice usasse con la soddisfazione di chi ha conquistato un’ottima manualità. Quando, nel progetto Manhattan, vide l’uso delle prime macchine universali (come l’ENIAC) o dei loro immediati precursori (come l’Harvard MkI) potè constatare con intima partecipazione il tremendo vantaggio di efficienza e affidabilità che i calcolatori elettronici avevano sui calcolatori umani.
L’intervento, sulla base di un’attenta analisi delle fonti, approfondisce il ruolo di Fermi nelle prime esperienze italiane. I fisici italiani erano più che coinvolti nei progetti: all’Olivetti nelle prime fasi troviamo Italo Federico Quercia ed Edordo Amaldi, a Pisa Marcello Conversi, Giorgio Salvini e Gilberto Bernardini. Le nuove macchine e le loro possibili applicazioni erano a loro note per la quantità di pubblicazioni scientifiche (e non) che ne raccontavano le prestazioni. Tuttavia, Fermi incrociò i progetti e, con la sua esperienza diretta e personale, può aver contribuito a rafforzare orientamenti e decisioni. Nel caso di Pisa poi, il suo appoggio, se non determinante, ebbe sicuramente un peso nell’assicurare all’iniziativa dell’Istituto di Fisica dell’Università di Pisa il finanziamento degli Enti locali.
Riferimenti essenziali
Il primo per un resoconto cronologico ed essenziale delle vicende, gli altri per i dettagli e i riferimenti alla documentazione d’archivio recuperata per ricostruire la storia.
1. Giovanni A. Cignoni, Maurizio Gazzarri, “University of Pisa and Olivetti, 1954-1961: parallel stories of early Italian computers”, atti di 2023 IEEE History of Electro-technology Conference, Firenze, 7-9 settembre, pp. 202-205, 2023.
2. Giovanni A. Cignoni, Fabio Gadducci, “Pisa, 1954–1961: Assessing Key Stages of a Seminal Italian Project”, IEEE Annals of the History of Computing, 42(2), pp. 6-19, 2020.
3. M. Gazzarri, “Elea 9003”, Ed. di Comunità, Roma, 2021